Il concetto di esperienza emozionale correttiva fu introdotto da Franz Alexander nel 1946 per descrivere quella concreta esperienza emotiva capace di riparare gli effetti di vissuti passati che hanno influenzato negativamente le modalità della persona di percepire e reagire alla realtà. È un principio che accomuna le prospettive terapeutiche ed è il fulcro del processo di cambiamento anche nel modello della Terapia Breve Strategica.
Nell’approccio breve strategico, questa esperienza viene deliberatamente ricercata e provocata dal terapeuta attraverso strategie mirate e immagini evocative, con l’obiettivo di favorire un cambiamento rapido e concreto. Il terapeuta strategico può indurre tale esperienza durante la seduta, attraverso il dialogo strategico e l’uso di un linguaggio suggestivo e ristrutturante capace di aprire nuove prospettive. Anche tra una seduta e l’altra, attraverso prescrizioni personalizzate, la persona è invitata a sperimentare modalità alternative di percezione e comportamento. In questo modo, il cambiamento diventa pianificato e orientato, con tempi e modalità definite, e non più affidato al caso o alla sola consapevolezza. Concretamente, l’esperienza emozionale correttiva rappresenta il momento in cui la persona vive un effetto scoperta: un’esperienza che le permette di vedere la realtà da una prospettiva diversa. È un passaggio trasformativo, in cui non si tratta semplicemente di capire, ma di sentire in modo nuovo: proprio attraverso questo “sentire” che prende vita il cambiamento.
Riferimenti bibliografici
- Alexander, F., French, T. M., Bacon, C. L., Benedeck, T., Fuerst, R. A., Gerard, M. W., Grinker, R. R., Grotjahn, M., McFadyen Johnson, A., McLean, H. V., & Weiss, E. (1946). Psychoanalytic Therapy: Principles and Application. New York: Ronald Press.
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